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Più detrazione per gli immobili ereditati e affittati

Se avete un immobile ereditato, potete aumentare la spesa di ammortamento deducibile del suo "valore di acquisizione", secondo una sentenza della Corte di Cassazione.

Questo tribunale, in una recente sentenza del 15-9-2021, ha stabilito che la spesa deducibile nell'Imposta sul reddito delle persone fisiche per l'ammortamento, quando si affitta un immobile acquisito per eredità o donazione, deve essere calcolata sul valore reale dell'immobile, dichiarato o verificato nell'Imposta sulle successioni e donazioni (ISyD), e non sul valore delle spese e delle imposte pagate per l'acquisizione.

L'ammortamento degli immobili è una delle spese più comuni che i contribuenti possono dedurre.

Per i redditi derivanti dall'affitto di un immobile è prevista una detrazione del 3% del costo di acquisto pagato o del valore catastale. Il fatto è che, tranne nei casi di valori di acquisizione molto bassi, questa percentuale sarà sempre applicata al costo di acquisizione. Di norma, quest'ultimo è molto più alto del valore catastale.

Il problema, tuttavia, sorge nel caso di beni acquisiti a titolo gratuito, per eredità o donazione. In questo caso, le autorità fiscali sostengono che il costo di acquisizione pagato è costituito dall'importo delle spese di acquisizione e dalle imposte. Clicca qui per vedere la nostra pagina di consulenza fiscale.

La Corte di giustizia ha ritenuto che per loro il "costo di acquisizione pagato" debba essere, in questi casi, il valore dichiarato per l'immobile ai fini dell'ISyD.

Questo "costo di acquisizione pagato" (o quello verificato dalle autorità fiscali, nel caso in cui tale valore sia stato oggetto di regolarizzazione) comprende anche le spese e le imposte inerenti all'acquisizione (ISD, notaio, registro, ecc. che corrispondono all'edificio). Secondo le autorità fiscali, l'eccedenza di valore comunale pagata dall'erede non può essere calcolata, in quanto si tratta di un costo imputabile all'acquisizione del terreno (e non dell'edificio).

L'argomentazione della Corte è che il concetto di ammortamento è legato a un valore e non a un costo.

In caso contrario, si avrebbe un trattamento incoerente a seconda che un immobile sia stato acquisito a scopo di lucro o a titolo oneroso, e la legge non intende fare tale distinzione. Inoltre, il valore dichiarato nella DSI fa parte del valore di acquisizione ai fini di una successiva vendita e deve costituire la base per il calcolo dell'ammortamento.

La sentenza consentirà di richiedere la rettifica delle autocertificazioni presentate negli ultimi quattro anni e il rimborso dei redditi non dovuti. Al momento è ancora possibile richiedere la rettifica degli anni fiscali 2017, 2018, 2019 e 2020.

È vero che prima di avviare una causa contro il fisco è necessario valutare ogni caso in particolare. Stabilire un'approssimazione dell'importo da richiedere è essenziale per determinare se avviare o meno il processo, e noi di Confialia siamo pronti a farlo.

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